martedì 17 febbraio 2009

Piramidi in Germania


Il pubblico meno informato e anche un esperto possono essere sorpresi da questo fatto, ma ci sono buone ragioni per credere che in Germania esistano piramidi, secondo i più recenti risultati di indagini archeologiche.

Si tratta dei maggiori monumenti della cultura megalitica del continente europeo. La loro dimensione è superiore, anche a tutte le piramidi a gradoni di pietra passo della Bretagna, dove sono chiamate "cairns": costruzioni preistoriche costruite in pietra a secco con una o più camere di sepoltura, come dolmen o costruzioni con coperture a mensola o in aggetto, in pietra. Il più famoso esempio è il "Cairn di Barnenez".

Cairns in Europa

Cairns sono comuni anche in Gran Bretagna con la stessa denominazione. In genere, la diffusione di queste tombe megaltiche (mega = grande, Lith = pietra) parte dal nord Africa e raggiunge le isole Baleari, la Spagna, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, Germania settentrionale e la Polonia. Solo nel sud della Germania vi è un vuoto nella mappa di diffusione. Quello di CARNAC, ritenuto il più grande monumento megalitico, è convenzionalmente datato circa 4000 a.C:: il cairn Mont St. Michel. Ora potete trovare toponimi nella Germania meridionale, che suggeriscono o indicano Cairns, come Kirnach nella Foresta Nera vicino a Villingen-Schwenningen, con uno dei più grandi tumuli dei Celti in Germania (diametro di 100 m, altezza di 6 m) . Si tratta di una costruzione di terra e di pietra, ha un nucleo centrale con una camera di sepoltura retta da tronchi di quercia.

La diffusione dei Cairns tedeschi

In Germania meridionale si trova anche la piramide a gradoni di pietra più alta del continente, una tra molte altre che sono state scoperte nel 1990. Esse sono diffuse nel sud di un villaggio chiamato Kürnbach, nella zona di transizione tra una regione chiamata Kraichgau e la montagna di Stromberg, a metà strada tra Karlsruhe sul fiume Reno e Bietigheim-Bissingen sul fiume Neckar, nei dintorni di un piccolo paese chiamato Bretten. Sono molto simili ai Cairns della Gran Bretagna. Essi sono raggruppati in necropoli, come ad esempio i tumuli di pietra di Schmie vicino al famoso e meglio conservato monastero a nord delle Alpi: Maulbronn.

Confronto con i cimiteri etruschi


Gli "Halden" di Schmie sono paragonabili a simili luoghi di sepoltura degli Etruschi, come la necropoli di Cerveteri a nord di Roma. Questa nuova scoperta di tumuli di pietra in Germania presenta il fatto strano, di tumuli eretti in altezza, molto grandi, mentre a Cerveteri la necropoli è scavata nella roccia di tufo, su una grande estensione di terreno.

lunedì 16 febbraio 2009

"Progetto Palmira: una nuova ricerca in una metropoli dell'Oriente romano"

In data 12 febbraio 2009 si è tenuta la conferenza di Maria Teresa Grassi (la prof con cui mi laureo :D ) professore di Archeologia delle Province romane presso l'Università degli Studi di Milano sugli scavi di Palmira:

Nel 2007 è stato avviato un nuovo progetto di ricerca a Palmira (Tadmor, Repubblica Araba Siriana), importante città carovaniera posta in un'oasi del deserto siriano a metà strada fra il Mediterraneo e l'Eufrate, che conobbe un particolare sviluppo nella piena età imperiale romana, come centro nevralgico dei commerci fra Oriente e Occidente.Tale progetto, che nasce dalla collaborazione tra l'Università degli Studi di Milano e la Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco e vede per la prima volta l'intervento a Palmira di una equipe archeologica italiana, interessa un grande quartiere centrale della città (il quartiere sud-ovest), circondato su tre lati da vie colonnate e delimitato a sud dalla cerchia muraria tardoantica.Le sue dimensioni massime sono di m 547 x 281 ed ha una superficie totale di circa 114.000 mq: in esso non erano mai state svolte, finora, ricerche sistematiche. L'indagine appare necessaria per la ricostruzione dello sviluppo urbanistico del centro in età romana e anche per una migliore definizione dell'architettura residenziale privata - a cui tale quartiere sembra, in via ipotetica e preliminare, in gran parte destinato - e le cui conoscenze in ambito palmireno sono a tutt'oggi piuttosto scarne.L'accurato rilievo delle cospicue evidenze strutturali visibili sul terreno ha consentito innanzitutto di definire la presenza di alcune strade, con prevalente orientamento N/S, e di alcuni edifici, delimitati da allineamenti in blocchi lapidei.Nel novembre 2008 è stato avviato lo scavo in un'area di particolare interesse nel settore meridionale del quartiere, ove si trova la struttura più imponente dell'area, a quanto è possibile giudicare dalle evidenze sul terreno, costituita da un peristilio di forma grosso modo quadrata, di cui rimangono in situ 12 colonne, su tre lati.Tale struttura sembra delimitata da due piccole strade con orientamento N/S e appare quindi compresa in un isolato del quartiere sud-ovest. Inoltre, proprio in corrispondenza del peristilio, le mura tardoantiche della città mostrano una singolare deviazione del percorso, forse imposta proprio dalla presenza di questo edificio.Con la prima campagna di scavo sono emersi i primi quattro ambienti del complesso, lungo il lato ovest del peristilio, e si sono potuti identificare almeno due periodi di frequentazione. Al periodo più antico, verosimilmente databile alla piena età imperiale romana, si riferiscono le solide murature in tecnica a sacco, con un accurato paramento in grandi blocchi di calcare, conservate per un'altezza di oltre due metri. Alcuni frammenti di stucchi decorati e di marmi pregiati testimoniano l'arredo lussuoso di tale complesso.
Tra V e VI secolo d. C. si è proceduto a grandi lavori di ristrutturazione che hanno contemplato il rialzamento del livello di calpestio e la creazione di nuovi pavimenti, il probabile parziale rifacimento degli alzati (poi crollati) e la costruzione di altri ambienti, uno dei quali dotato di un vano scala, in quello che doveva originariamente essere il portico ovest del peristilio.

Matteo Andolfo "L'uno e il tutto. La sapienza egizia presso i Greci"


Questo studio mostra come, pur partendo da due concezioni molto diverse della parola e del suo rapporto con l'essere e con il pensiero (razionale), l'interrelazione tra la filosofia greca e la cultura egizia operatasi nel periodo della conquista prima greca e poi romana di tutto il Vicino Oriente (III a.C.-VII d.C.) abbia prodotto una sintesi arricchita dall'apporto di entrambe. Per comprendere le forme che tale sintesi ha progressivamente assunto viene scelto come filo conduttore l'idea di fondo della teologia egizia di età tolemaica, ricostruita ripercorrendo lo sviluppo della teologia egizia dell'età faraonica (III-I millennio a.C.): Dio è l'Uno-e-Tutto, ossia Colui che mentre permane l'Uno preesistente androgino si autogenera come Figlio di sé stesso e come unitotalità del cosmo esistente. Questo è il nucleo teologico che l'ermetismo cerca di esprimere con categorie platoniche, ma che prima ancora viene rielaborato dall'antico stoicismo e con cui si confrontano le principali correnti di pensiero sorte in gran parte proprio ad Alessandria d'Egitto: il giudaismo ellenizzato, il neopitagorismo, il medioplatonismo, gli Oracoli Caldaici, lo gnosticismo e il neoplatonismo. Ciò offre anche un esempio storico di fecondo scambio culturale tra popoli diversi nel rispetto delle rispettive identità religiose che può fungere da modello per l'odierno dialogo interculturale e interreligioso.


Matteo Andolfo è dottore di ricerca in filosofia all'Università Cattolica di Milano, specializzato nella filosofia antica, nella filosofia cristiana e nelle lingue, religioni e filosofie del Vicino Oriente africano e asiatico. È autore di varie pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: L'ipostasi della "Psyche" in Plotino. Struttura e fondamenti, Vita e Pensiero, Milano 1996; Plotino. Struttura e fondamenti dell'ipostasi del "Nous", Vita e Pensiero, Milano 2002; "Logos" e linguaggio in Democrito e in Plotino: la parola tra Oriente e Occidente, in M. Fattal (cur.), "Logos" et langage chez Plotin et avant Plotin, L'Harmattan, Paris 2003.

domenica 15 febbraio 2009

VII Incontro Nazionale di Archeologia Viva"

Firenze 01 marzo 2009
PROGRAMMA 7°Incontro Nazionale di Archeologia Viva Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica

8.00 Apertura dell'Auditorium

8.15 Apertura dell'incontroPiero Pruneti, direttore di «Archeologia Viva»

8.30 Pietro Meli e Alessandro Carlino, direttore e collaboratore Parco Valle dei Templi Agrigento
«Quei magnifici templi a colori: restauri e scoperte nella valle di Agrigento»

9.00 Ilaria Pulini, direttore Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena
«La terramara di Montale: vivere l'archeologia nei musei all'aperto»

9.25 Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare - Regione Siciliana
«Roma e Cartagine: la battaglia navale delle Egadi dai libri di storia alle ricerche sui fondali»

9.50 Pausa per incontri e documentazione

10.50 Emanuele Greco, direttore Scuola Archeologia Italiana di Atene
«Cento anni di ricerche italiane nell'Egeo: vita (speriamo ancora lunga) della Scuola Archeologica Italiana di Atene»

11.15 Andrea Carandini, ordinario di Archeologia classica all'Università di Roma "La Sapienza"«La casa di Romolo e la casa di Augusto alla luce del Lupercale»

11.40 Consegna del riconoscimento del Comune di Firenze "per meriti di cultura e di pace fra i popoli". Interviene il Gonfalone della Città

12.00 Louis Godart, accademico dei Lincei e consigliere del Presidente della Repubblica per il Patrimonio culturale «Il Mediterraneo orientale e la pax minoica»

12.25 Alfredo e Angelo Castiglioni, direttori Centro Ricerche Deserto Orientale «Nuove dighe sul Nilo: c'era una volta la Nubia. Cronaca di un salvataggio annunciato»

12.50 Pausa per pranzo, incontri e documentazione

14.00 Dario Di Blasi, direttore della Rassegna internazionale del cinema archeologico - Museo Civico di Rovereto«Il mondo antico in cartoons»
Proiezione dei cartoons: Museo Casa di Dante, di Franco Viviani (interviene il regista);
Il mulino a vento della Mancia e Achille nell'isola di Skyros, di José Luis Gómez Merino

14.50 Giuseppe Orefici, direttore del Centro Italiano Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane «Scoperte sensazionali a Nasca (Perú): la grande offerta cerimoniale della Pirámide Naranja» Rosa Lasaponara, Nicola Masini e Enzo Rizzo, ingegneri geofisici Ibam-Cnr e Imaa-Cnr«Sorprese dalle indagini geofisiche nel deserto di Nasca»

15.30 Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore "Idi di marzo: a proposito di un libro che guarda in faccia la storia"

15.55 Pausa per incontri e documentazione

16.35 Francesco D'Andria, Università del Salento - direttore della Missione archeologica italiana a Hierapolis (Turchia) «Il castello di cotone: Hierapolis di Frigia fra archeologia e turismo»
Proiezione del film: Hierapolis, di Folco Quilici (interviene il regista)

17.30 Livio Zerbini, docente di Storia romana all'Università di Ferrara «Ultime dalla Georgia: la Colchide dal mito alla storia»

17.55 Syusy Blady, conduttrice televisiva «Esperienze in Mongolia da "turista per caso"» Proiezione del documentario La stele di zia Rosina, regia di Syusy Blady

18.20 Conclusioni e chiusura della manifestazione

Intervengono: Paolo Cocchi, assessore alla Cultura - Regione Toscana Eugenio Giani, assessore alla Cultura - Comune di Firenze MOSTRE Õtzi. L'uomo venuto dal ghiaccio, a cura del Museo Archeologico dell'Alto Adige

L'edicola dei Musei archeologici della Toscana, a cura dell'Assessorato alla Cultura della Regione Toscana

INGRESSO LIBERO
I posti a sedere (1200) non sono prenotabili
Info: 055.5062303
archeologiaviva@giunti.it

Località della manifestazione
FIRENZE - Palazzo dei Congressi - Auditorium
Link: http://www.archeologiaviva.it

Seminari di Archeologia "Siracusa Greca"

01 febbraio 2009 - 31 maggio 2009

Viaggiatori e mercanti micenei, egei, anatolici, siriani e fenici, già prima dei greci, avevano tracciato rotte nel Mediterraneo che arrivavano ad approdi o in luoghi che, più tardi, sarebbero diventati i primi empori commerciali greci e le prime poleis coloniali.Grandi mutazioni storiche quali l'invasione dei Dori e di altre popolazioni, il crollo della civiltà micenea, l'involuzione nel cosiddetto "medioevo ellenico" e la sua stessa profonda trasformazione (la civiltà geometrica), porteranno, in seguito in Grecia, alla grande fioritura greca classica. La Grecia diventerà, in pochi secoli, una grande esportatrice nel Mediterraneo di vari prodotti (vasellame, vino, olio, prodotti artigianali fittili, etc.) e ciò la porterà ad instaurare dei rapporti con le popolazioni indigene dell'area italo-sicula, popolazioni arretrate ma stimolate all'emulazione delle genti elleniche, ai "modi di vita" greci, permettendo l'installazione di empori commerciali e, poi, di colonie di popolamento sul proprio territorio. I Greci, nel rapportarsi con le genti indigene, dopo un primo contatto discriminatorio, cominciarono un lento assorbimento degli umori locali. Questi contatti con la cultura autoctona, l'uso stesso dei materiali locali e delle maestranze indigene, porteranno ad "opere greche" con un carattere differente da quello della madre patria. Comunque, queste opere saranno i capisaldi di questo rapporto greco-indigeno, di questa cultura che, al di fuori dei confini greci, diventerà potente elemento di trasmissione della stessa nel bacino del Mediterraneo.Le nuove poleis, una volta consolidata la loro dominazione sul territorio circostante, cercavano di espandersi nella propria zona d'influenza e di controllare più rotte commerciali. Ciò lo ottenevano creando delle sottocolonie che diventavano un "appoggio" per la colonia greca principale.Siracusa che fonda Acre, Casmene e Camarina ne è l'esempio più importante.

Informazioni
Il Presidente di Sicili Antica Siracusa Antonino Bellomo
V.le Scala Greca 384
e-mail: siracusa@siciliantica.it

Mostra "Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi

27 marzo 2009 - 10 gennaio 2010

La Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma ricorda con una grande mostra la nascita dell'imperatore Vespasiano avvenuta 2000 anni fa Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi, è curata da Filippo Coarelli in collaborazione con la stessa soprintendenza, con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bimillenario e con Electa. Resterà aperta al pubblico dal 27 marzo 2009 al 10 gennaio 2010. Racconta le gesta degli imperatori flavi: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito (79-81) e del figlio minore Domiziano (81-96).Ritornato in città con una fama tale e tanto grande, (...) per tutta la durata del suo impero non ritenne nulla più importante del consolidare lo Stato, quasi umiliato e vacillante, e poi di abbellirlo.Realizzò anche nuove opere: il tempio della Pace, vicino al Foro, e quello del Divino Claudio sul Celio, iniziato da Agrippina (...) inoltre l'Anfiteatro al centro della città, avendo appreso che Augusto aveva concepito questo progetto.(De Vita Caesarum, Svetonio)Queste le parole usate da Svetonio per raccontare il regno di Vespasiano, di cui pochi conoscono il new-deal segnato dal suo avvento al potere. Vespasiano ha cambiato il volto dell'impero romano dal punto di vista istituzionale ed economico, oltre ad aver dato un nuovo impulso all'estensione dei confini. Schiacciato tra la fama di Nerone, dispotico personaggio di cui si sono impossessati il cinema e la letteratura, e la grandezza di Adriano, magnificata dalle Mémoires di Marguerite Yourcenar, Tito Flavio Vespasiano ha, con accortezza e decisionismo, saputo cambiare le regole della governance fino ad allora nelle mani dell'aristocrazia romana.Nato a Falacrinae in Sabina, un vicus del territorio di Rieti, esattamente il 17 novembre del 9 d.C., Vespasiano è ricordato come uomo semplice e dotato di un notevole senso dell'umorismo. Proprio le sue modeste origini – sebbene il padre fosse un banchiere, per di più con sede in Svizzera – sono la vera rivoluzione. La sua ascesa rappresentò un evento traumatico e del tutto imprevisto, poiché alla dinastia giulio-claudia, appartenente alla più alta nobiltà repubblicana, si sostituiva una modesta famiglia del ceto equestre, di origini sabine (quindi provinciale). Insomma: la sua famiglia era decisamente priva di tradizioni aristocratiche.Vespasiano era quello che oggi si definirebbe un self made man. Quando arrivò alla massima carica dello Stato aveva già 60 anni.Dopo una lunga e onorata carriera al servizio degli imperatori giulio-claudii nell'ambito dell'amministrazione provinciale e dell'esercito, al momento della morte di Nerone - avvenuta nel 68 d.C. - Vespasiano si trova in Medio Oriente al comando dell'esercito incaricato di reprimere la grande rivolta giudaica, iniziata nel 66 d.C. e che culminerà con la distruzione del tempio di Gerusalemme, fruttando un ricco bottino come rappresentato sull'Arco di Tito, nel Foro.La scomparsa violenta in un solo anno, il 69 d.C., degli imperatori Galba e Otone, e l'eliminazione di un terzo, Vitellio, da parte dello stesso Vespasiano, gli aprono la via al potere e nel 70 si insedia a Roma. Acclamato imperatore dall'esercito ad Alessandria, la sua nomina determina un deciso ridimensionamento del potere gestito dall'aristocrazia senatoria di Roma.La grande mostra al Colosseo, cui si aggiungono due ulteriori sedi espositive - alla Curia, nel Foro, riaperta al pubblico per quest'occasione, e al Criptoportico neroniano, sul Palatino - viene completata da un percorso che guida il visitatore alla scoperta dei monumenti flavi: dall'Arco di Tito alla Domus Flavia, dal Tempio del Divo Vespasiano al Tempio della Pace.

Fonte: Ufficio stampa Electa per la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di RomaInformazioni tecniche

Orari:
Dal 27 marzo al 28 marzo: 8.30-17.30 (ultimo ingresso ore 16.30).
Dal 29 marzo al 31 agosto: 8.30- 19.15 (ultimo ingresso ore 18.15).
Dal 1 settembre al 30 settembre: 8.30-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00).
Dal 1 al 24 ottobre: 8.30- 18.30 (ultimo ingresso ore 17.30).
Dal 25 ottobre al 10 gennaio 2010: 8.30-16.30 (ultimo ingresso ore 15.30).

Giorni di chiusura: 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre.
Venerdì Santo chiusura anticipata alle 14 (ultimo ingresso ore 13.00).
Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un'ora prima.
Ingresso Intero €12,00; ridotto € 7,50
Lo stesso biglietto consente l'accesso al Colosseo, al Palatino e al Foro romano

Località della manifestazione
Roma, Colosseo
Link: http://www.electaweb.it....millenario-dei-flavi/it

martedì 3 febbraio 2009

La Minerva di Arezzo


Ospitata nella Sala Vasari della ex Corte di Assise in piazza del Praticino ad Arezzo, la mostra è dedicata al restauro della statua di bronzo etrusca nota come la Minerva di Arezzo. L’evento espositivo trae origine da un lungo ed articolato intervento di restauro, durato otto anni, che ha interessato uno dei bronzi più celebri conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la cosiddetta Minerva di Arezzo. Uno dei grandi bronzi antichi che si pensa risalga al III sec.a.C., raffigurante Minerva, rinvenuto nel 1541 nell'area della chiesa di San Lorenzo in Arezzo, fu successivamente acquistato dal granduca Cosimo I, che lo espose a partire dal 1558 nel suo scrittoio di Palazzo Vecchio.I dati emersi dalle approfondite ricerche e analisi hanno evidenziato la stretta relazione della Minerva, eseguita con l'utilizzo della tecnica della fusione diretta e pertanto ricondotta a fabbrica italica, con un modello risalente al IV sec. a.C. riferibile allo scultore greco Prassitele. La mostra si articola in tre sezioni principali: nella prima è illustrata la Minerva di Arezzo, a cui sono affiancate numerose repliche del tipo dell’Atena Vescovali; nella seconda viene illustrato il contesto di rinvenimento della Minerva e sono esposti mosaici, affreschi e bronzetti dell’area di San Lorenzo, in antico interessata da una lussuosa domus e, nella terza, viene infine presentato il complesso intervento di restauro che ha permesso l’affascinante rilettura del bronzo antico. Una sezione a parte è destinata, infine, alla ricostruzione evocativa dello scrittoio di Calliope a Palazzo Vecchio, dove la Minerva fu collocata da Cosimo I. L’iniziativa è di Comune di Arezzo e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, di Provincia di Arezzo, Camera di Commercio e Banca Etruria. Hanno collaborato Università di Siena, Fraternita dei Laici, Fiera Antiquaria, Coingas e Bucci. Il coordinamento generale della mostra è del Centro Promozioni e Servizi.
Info
Ingresso mostra: Intero euro 6,00; Ridotto euro 4,00 (under 18/over 65 e dipendenti Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 fino a ottobre 2008; Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 da novembre a gennaio 2009