sabato 30 maggio 2009

Progetto di ricerca sul centro etrusco di Marsiliana d'Albegna dell'Università degli Studi di Siena

Il Progetto ha avuto inizio alla fine del 2002, per l'indagine dell'importante quanto poco conosciuto centro etrusco di Marsiliana d'Albegna.
Nel 1908, il principe Tommaso Corsini avviò la costruzione di un capanno per le macchine agricole nella piana dell'Albegna, sottostante il borgo di Marsiliana. Fu così che ebbe luogo, del tutto casualmente, una delle scoperte archeologiche più importanti del Novecento: lo scavo della necropoli di Banditella, durato fino al 1925. Questa, composta da 109 tra tombe a fossa, tombe a circolo di pietre con fossa centrale e tombe a tumulo, ha fornito una straordinaria documentazione su una comunità aristocratica che ha sepolto tra la fine dell'VIII ed il VII secolo a.C. i propri componenti con corredi di eccezionale rilevanza scientifica, costituiti da ornamenti personali di grande pregio, vasellame e incensieri metallici, armi e carri da parata. I corredi della necropoli di Banditella sono stati esposti nel Museo Topografico dell'Etruria a Firenze fino all'alluvione del 1966: la maggior parte di questi materiali è ancora nei magazzini fiorentini in attesa di restauro, dopo i danni sofferti in conseguenza della distruzione delle vetrine.In seguito agli scavi del principe T. Corsini, il sito orientalizzante di Marsiliana è stato interessato soltanto da un saggio di scavo condotto dalla Soprintendenza nell'Uliveto di Banditella e da limitati recuperi effettuati nel corso degli anni '80.
Il nostro Progetto mira pertanto ad approfondire la fisionomia del centro abitato e delle necropoli, al fine di produrre la documentazione necessaria per la conservazione, la tutela e la valorizzazione del sito. Sono stati perciò avviati, nel corso di sei campagne (2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007), alcuni interventi volti ad approfondire i problemi della formazione e della consistenza di questo insediamento etrusco, attraverso:

1. la ricerca di superficie integrata da indagini geofisiche, che hanno definito con esattezza la topografia del centro orientalizzante, con la dislocazione e la caratterizzazione delle necropoli;

2. una migliore conoscenza dell'architettura funeraria, con lo scavo di un "circolo di pietre" medio-orientalizzante (rinvenuto intatto), inglobato da un tumulo monumentale tardo-orientalizzante in località Piani di Perazzeta;

3. la definizione degli aspetti del popolamento etrusco nell'agro dipendente dal centro;

4. la definizione delle varie fasi cronologiche di sviluppo poleografico del centro di Marsiliana.

I risultati ottenuti sono molto rilevanti e sono riferibili in sintesi alla scoperta del centro abitato, con materiali della fine dell'età del Bronzo, della tarda età del Ferro e della fase Orientalizzante/Arcaica, coincidente con l'altura che ospita il borgo Corsini, e con la prima definizione del centro arcaico nel sistema collinare ad esso retrostante.
Nella campagna 2007 si è proceduto ad ultimare lo scavo in località Piani di Perazzeta, con la completa messa in luce delle strutture funerarie suddette; tra il 2006 ed il 2007 si è inoltre portata in luce una residenza periferica con atrio centrale in località Poggio Alto, il cui impianto è riferibile alla fase tardo-arcaica. Tra i risultati più significativi della ricerca di superficie si segnala l'eccezionale scoperta di un probabile sito produttivo (fornace?) di anfore etrusche da trasporto di tipo PY 3B, databile alla prima metà del VI secolo a.C. e contigua al corso dell'Albegna in prossimità di Marsiliana, che costituirebbe il primo impianto del genere localizzato in Etruria. Tale scoperta configurerebbe quindi la bassa Valle dell'Albegna come un distretto dalla spiccata fisionomia produttiva. L'attività artigianale a Marsiliana sarebbe, del resto, in sintonia con il quadro offerto dalle ricerche in corso nel settore, che hanno consentito di definire per il periodo arcaico una fitta maglia di siti aperti, evidentemente vocati alla produzione agricola e portatori di valori economici e mercantili assai complessi. Il surplus generato da questi insediamenti (vino, olio e pesce conservato), è stato veicolato, attraverso gli approdi individuati lungo la costa alla Puntata di Fonteblanda e ad Orbetello, verso mete identificate con precisione negli insediamenti celti e greci attivi nel Golfo del Leone (Francia meridionale e Spagna orientale). I risultati sin qui esposti saranno a breve oggetto di una ampia pubblicazione scientifica che ha già ottenuto il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Grosseto e che verrà presentata in occasione delle celebrazioni per il centenario della scoperta del centro etrusco di Marsiliana.

Obiettivi principali della campagna 2009

Con la prossima campagna di ricerca, prevista per l'autunno 2009, si intendono conseguire i seguenti obiettivi:

1. prosecuzione delle indagini stratigrafiche sul sito individuato in località Poggio Alto al fine di comprendere l'articolazione interna della struttura (allo stato attuale è stato possibile scavare solo due degli almeno sei ambienti messi in luce) e definire con maggiore dettaglio la cronologia alla quale riferire il momento di abbandono;

2. prosecuzione delle indagini di superficie all'interno della Tenuta Marsiliana, in particolare nelle aree caratterizzate dalla presenza di nuclei funerari riferibili al periodo orientalizzante in maniera tale da poter meglio definirne le fasi di attivazione e l'articolazione topografica; ricognizione di alcune delle alture periferiche al Poggio del Castello non ancora indagate per l'identificazione di ulteriori nuclei abitativi nell'agro di Marsiliana;

3. scavo del un sito produttivo etrusco (fornace?) localizzato presso il fiume Albegna. Si tratta di un consistente affioramento di anfore da trasporto di età arcaica e da scarti di produzione, contiguo ad un edificio che ha restituito bucchero, ceramica d'impasto e ceramica etrusco-corinzia;

Settima Campagna di Ricerca (31/08/2009-30/10/2009)

Dal 31/08 al 30/10/2009 riprendono le attività di ricerca archeologica nel centro etrusco di Marsiliana d'Albegna (Manciano, GR), con la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell'Università degli Studi di Siena (Insegnamento e Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche, diretto da Andrea Zifferero) ed Etruria Nova, associazione no profit.
Avviato nel 2002, il Progetto Marsiliana d'Albegna ha contribuito alla riscoperta dell'importante centro protostorico ed etrusco, già noto per le ricche ed estese necropoli orientalizzanti scavate dal principe Tommaso Corsini agli inizi del Novecento.

La Campagna di Ricerca 2009 prevede le seguenti attività:

1. scavo di un sito produttivo etrusco (fornace?) localizzato presso il fiume Albegna. Si tratta di un consistente affioramento di anfore da trasporto di età arcaica e da scarti di produzione, contiguo ad un edificio che ha restituito bucchero, ceramica d'impasto e ceramica etrusco-corinzia;

2. prosecuzione dello scavo nella "Casa delle Anfore", una residenza periferica con atrio centrale, datata tra l'ultimo quarto del VI e la fine del V secolo a.C. L'edificio, situato all'interno della Tenuta Corsini, ha un'estensione di 400 mq e si articola in almeno sei ambienti, dei quali soltanto due esplorati finora;

3. prosecuzione della ricerca di superficie all'interno della Tenuta Corsini: si procederà alla ripulitura e al rilievo di alcune tombe ancora non indagate e all'identificazione di nuovi siti per una più precisa definizione del tessuto abitativo e funerario di età etrusca.

Condizioni di partecipazione:

Le attività sul campo e in laboratorio comportano un impegno settimanale di 40 ore, certificate da un attestato valido per il rilascio dei crediti formativi (universitari e per Istituti scolastici superiori). Sono previsti, inoltre, laboratori pomeridiani sullo studio dell'epigrafia e della ceramica etrusca, sull'elaborazione informatica dei dati, sulla metodologia di scavo; nel fine settimana sono previste escursioni ai principali siti e musei dell'Etruria meridionale. Tutti gli aspetti organizzativi e logistici sono a cura di Etruria Nova no profit: ai partecipanti è richiesta la certificazione della vaccinazione antitetanica e la quota di iscrizione annuale all'associazione, comprensiva di assicurazione.
La quota di partecipazione è di 185 Euro per una settimana, 350 Euro per due settimane, 515 Euro per tre settimane. La quota comprende vitto e alloggio completo, trasferimenti in auto, attività di laboratorio ed escursioni. I partecipanti sono alloggiati nell'agriturismo La Speranza di Marsiliana d'Albegna, in appartamenti da 4 e 5 posti letto, con cucina e bagno indipendenti, aria condizionata e riscaldamento e avranno a disposizione piscina e campo da calcetto. La partecipazione all'attività di ricerca è aperta a studenti di archeologia e a volontari, purché maggiorenni.

INFORMAZIONI

Vice Presidente
dott. Carmine Sanchirico
Associazione no profit "Etruria Nova"
strada da Montecchio a Ginestreto, 9loc. Sant'Andrea a Montecchio
53100 Siena
e-mail: carmine.sanchirico@gmail.com

Presidente
dott.ssa Elena Santoro
Associazione no profit "Etruria Nova"
Sede legale v. A. Meucci, 63
50055 Lastra a Signa (FI)
tel.: 055/8894523
e-mail: marsiliana@unisi.it

Direttore scientifico
prof. Andrea Zifferero
Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti
Università degli Studi di Siena
Via Roma, 56
53100 Siena
tel.: 0577/233659
e-mail: zifferero@unisi.it

mercoledì 20 maggio 2009

Specialistica di Archeologia in UniMi...

Milano, 20-5-2009
vi è stato un incontro tra studenti sull'attuale problema relativo alla laurea magistrale in archeologia all'Università degli Studi di Milano dove io studio, questo è l'ordine del giorno:

Cari colleghi,come molti di voi sapranno, dal momento che il nostro corso di laurea sembra progredire per sentiti dire, ci troviamo in una situazione di precarietà.
Lo stato delle cose non è una novità, come del resto non lo è il tentativo di trovare soluzioni.
Al corso di laurea magistrale in Archeologia, per l’anno accademico 2008-2009, si sono iscritti solo 20 studenti (contro i quasi 50 dell’anno precedente). Tenendo presente che il limite legale del numero di iscritti annui per mantenere attivo il corso di laurea è di 15 studenti, è ovvio che ci troviamo di fronte un problema.
Molti di voi, in particolare i laureandi, avranno ricevuto dai docenti di riferimento e dai relatori, un’e-mail o, nei casi più fortunati, una domanda diretta, sulle intenzioni per gli anni a seguire: ci chiedono, insomma, se ci iscriveremo alla biennale a Milano o se prenderemo parte alla fuga di cervelli.
Questa mattina parte di noi (e con noi, ovviamente, si intende studenti di Archeologia a ogni livello), si è incontrata in chiostro per vedere se si riusciva ad accordarsi per proporci, noi per primi, come parte attiva nella risoluzione di questo problema. Dal momento che sappiamo per certo che i nostri docenti si sono già riuniti per discutere della mancanza di iscrizioni e che si suppone ne abbiano parlato in consiglio di facoltà, ci chiediamo a COSA siano giunti.
Ci chiediamo, quindi, come i professori intendano comportarsi in questo frangente e quindi chiediamo di poterci confrontare con loro per discutere del nostro futuro e del motivo per cui molti triennalisti cambiano ateneo e per cui, come polo universitario, non riusciamo ad attirare studenti di archeologia da altre università. E’ importante che tutti noi cerchiamo di proporci come parte attiva, propositiva e unita. Più siamo, meglio è, soprattutto se riusciamo a presentarci in modo da avere una vasta rappresentanza di tutti gli anni di corso, della triennale, della magistrale e della scuola di specializzazione, che, di seguito alla biennale, rischia la chiusura.Il problema non riguarda, in prima persona, tutti gli studenti che hanno intenzione di iscriversi alla laurea magistrale per l’anno accademico 2009-2010, visto che il corso sarà ancora attivo, ma gli anni a venire.
In pratica si tratta di un problema di prospettive: sono questi i motivi per cui aspettiamo da tutti voi esposizione dei vostri problemi e disponibilità a parlarne vis-à-vis ai docenti e proposte su come migliorare l’offerta formativa.

L’incontro di questa mattina si è posto come obiettivo:
· CAPIRE QUALI SONO LE PROBLEMATICHE DELLA NOSTRA OFFERTA FORMATIVA
· COME POSSIAMO ESSERE ATTIVI NOI STUDENTI E QUINDI COME COLLABORARE CON I PROFESSORI (VISTO CHE DECIDONO DEL NOSTRO FUTURO)

I problemi principali evidenziati dalla riunione di oggi sono:
· La mancanza di flessibilità del nostro corso di laurea. Noi dovremmo avere la possibilità di sviluppare il tema della nostra tesi e, quindi, la nostra professionalità, scegliendo, almeno in parte, il nostro percorso specialistico. Se su 12 esami, ne sono obbligatori 11 (con scelte talvolta molto limitate) questo non è possibile.
· La mancanza di fondi, anche se, dal momento che abbiamo gli stessi professori per triennale, biennale e specializzazione, siamo un corso di laurea abbastanza economico.
· La scarsità delle proposte di laboratorio e attività pratiche, di primaria importanza nella formazione di un archeologo.
· L’offerta della nuova laurea triennale, che, di fatto, forma storici dell’arte che, nel caso, si iscriverebbero ad Archeologia senza cognizione di causa, non avendo, in sostanza, cantieri e attività archeologiche obbligatorie.

A breve verrà quindi inviata ai nostri professori una richiesta di incontro con noi studenti. Rispondete numerosi, in modo da presentarci come massa pensante e da poter intervenire con la forza dei nostri nomi.
IL NOSTRO PROSSIMO INCONTRO E’ PREVISTO PER MARTEDI’ PROSSIMO, IN CHIOSTRO ALLE 10! VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!! (nel caso remoto, che sappiamo non si verificherà, della vostra assenza, fateci sapere, in ogni caso, via mail, quali sono le vostre opinioni a riguardo).
OGNI NUOVA PROSPETTIVA, OGNI PROPOSTA AVANZATA, VERRA’ FELICEMENTE ACCOLTA!

sabato 9 maggio 2009

Tempio di 4000 anni fa a Pyrgos-Mavroraki

Il sito di Purgos-Mavroraki sull'isola di Cipro ha restituito i resti di un tempio triangolare di circa 4000 anni fa, forse il più antico dell'isola!
Dovrebber risalire all'ultimo episodio di ricostruzione, indicato dalla presenza di ceramica dall'inizio del Bronzo Antico (2500-2350 a.C.) fino al Bronzo Medio II (1800 a.C.).
La destinazione dell'edificio sembra culturale, data la preenza di un altare fiancheggiato su due lati, da un canale costruito in blocchi di basalto e intonaco di calce per la furiuscita del sangue e dell'acqua lustrale.
"Appaiono di grande interesse, soprattutto per la datazione estremamente alta del complesso, i confronti con aree simili, benchè non triangolari, descritte in diversi passi della Bibbia." dichiara la responbile del sito, Maria Rosaria Belgiorno.

Archeologica 2.0

Dal 17 al 20 Giugno si terrà, a Siviglia in Spagna, il primo incontro internazionale di "Archeologia grafica ed informatica, tra patrimonio culturale e innovazione".
Studiosi e ricercatori appartenenti al campo dell'archeologia e della grafica collaboreranno per sperimentare insieme tutti gli aspetti e le potenzialità dell'archeologia virtuale.
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Per tutte le informazioni consultare il sito web:
www.archeologiavirtual.com

BENI CULTURALI: EMERGENZA ABRUZZO

Il 6 Aprile scorso l'Italia è stata scossa da un terremoto disastroso che ha colpito in particolare la regione Abruzzo. I media ci tengono aggiornati continuamente, quindi credo di non farvi un torto se vado direttamente al sodo!
In questa sede mi preme ricordare che anche i beni culturali hanno sofferto l'evento e che necessitano del nostro aiuto. Con questo non voglio assolutamente mettere in secondo piano le sofferenze e le perdite degli abruzzesi!
A questo proposito il giornale "ARCHEO news" dedica diversi articoli, su quello che è successo, su ciò che si può fare e su ciò che si farà:

Iniziative dell' ANA (Associaziona Nazionale Archeologi)

1.Raccogliere le adesioni degli archeologi abruzzesi e non per mettere, per un periodo di tempo, la propria professionalità e le proprie competenze volontariamente e gratuitamente a disposizione nell'affiancare i colleghi abbruzzesi nelle operazioni di soccorso e recupero ai beni culturali colpiti dal sisma.

2.Devolverà tutte le quote associative del 2009 dei soci ANA dell'Abruzzo interamente a iniziative di solidarietà sul posto.

3.Considerato che nei prossimi mesi molti archeologi abruzzesi avranno difficoltà economiche e occupazionali, l'ANA si sta attivando per trovare delle opportunità di lavoro, seppur temporanee, ai nostri colleghi.

Per qualsiasi informazione, segnalazione e comunicazione su queste iniziative, si invita a scrivere a: sosabruzzo@archeologi.org

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha attivato un conto corrente:

Ministero per i Beni e le Attività Culturali
specificare nella causale:
"SALVIAMO L'ARTE IN ABRUZZO"
IBAN: IT-85-X-07601-03200-000095882221
Codice BIC o SWIFT: BPPIITRRXXX
Numero conto: 95882221

mercoledì 22 aprile 2009

I templi di Malta

In una suggestiva posizione collinare, con vista sulla terra e sul mare, sorgono i resti di un antico tempio. Costruito di pietra calcarea di colore giallo, che splende sotto il sole. Il suo ingresso si apre su un corridoio centrale, affiancato da absidi semicircolari, altari, sfere scolpite e tracce di rilievi decorativi. Si pensa che questo edificio sia tra i più antichi del mondo - costruito un migliaio di anni prima delle Piramidi e molto prima di Stonehenge. Non è in Egitto o in Grecia o in tutto il Medio Oriente, ma a Malta. Questo piccolo paese di sole e vacanze ha ben più da offrire del semplice relax in piscina. La pietra di fronte a me è alta 6m e larga 4m e pesa più di 50 tonnellate. E' parte delle mura megalitiche, una volta alte fino a 16m, che circondavano il complesso del tempio.

Questi blocchi massicci hanno dato il tempio il suo nome - Ggantija - perché la leggenda vuole che sia stato costruito da giganti. In realtà, esso è stato costruito da una società di agricoltori sedentari che hanno colonizzato Malta circa 7000 anni fa, iniziando a costruire in pietra verso il 3500 a.C.

Si possono ancora vedere resti importanti a Ggantija a Gozo, a 20 minuti di traghetto dall'isola principale, ed a Malta a Mnajda e Hagar Qim - entrambi riapriranno questa estate, dopo l'aggiunta di una tettoia di protezione - così come a Tarxien, vicino alla capitale, La Valletta. Tutti sono siti classificati dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità.

Tarxien è in un ambiente urbano che ispira poco, ma vale la pena di andare a vedere alcune delle migliori sculture del tempio, che portate al Museo Nazionale di Archeologia. Il museo si trova nel centro storico di La Valletta, un posto meraviglioso per passeggiare sotto i deliziosi balconi sovrastanti, con scorci di mare che appaiono alla fine di quasi ogni strada.

Gli edifici sono per la maggior parte della stessa calda pietra calcarea locale utilizzata nei dai costruttori dei templi, e molti datano all'epoca dei Cavalieri di Malta. Il museo occupa uno dei palazzi più belli, il barocco Auberge (Grand Hostel) dei Cavalieri di Provenza, costruito nel 1571. All'interno, però, si va molto più indietro rispetto al XVI secolo.

Nel museo, nelle gallerie del Neolitico, si può vedere come fossero i templi preistorici di Malta, con architravi e altari decorati con motivi a spirale, catene di punti, ocra rossa e rilievi di piante e di animali. Una processione di ovini sfila lungo un fregio di Tarxien e un pesce appare su un blocco di pietra. Tra le statue, le più intriganti sono le "Grasse Signore di Malta", generose figure femminili con grandi sederi e gonne frangiate. Una guida sottolinea che fino a 20 anni fa è stato considerato sano e femminile per una donna maltese apparire arrotondata e ben nutrita.

Dietro una porta nel mezzo di una strada di periferia si trova lo straordinario sito preistorico dell'Ipogeo di Hal Saflieni, una necropoli sotterranea, scavata nella roccia 5000 anni fa. Recentemente restaurato da UNESCO, il labirinto di corridoi e le camere sono accuratamente conservati a bassa illuminazione, e il numero di visitatori limitato a dieci per ogni ora. Questo aggiunge atmosfera, rendendo più facile immaginare il momento in cui i cortei funerari portavano qui le ossa dei loro concittadini per l'eterno riposo.

Armati con un audioguida, scendiamo lungo passerelle in metallo nel sotterraneo buio. In un paio di camere spirali di ocra rossa e disegni a nido d'ape ancora decorano le pareti. Quando si raggiunge il "Santo dei Santi", si trattiene il respiro. E' quasi come un viaggio nel tempo, in un antico tempio 10 m sotto terra. Unico nel suo genere. La piscina può aspettare.

Lungo la sponda, sommozzatori e archeologi proseguono le loro ricerche di altri tempi, sommersi dalle acque. Forse sono i resti del grande santuario di Atlantide, dove si venerava la Grande Dea Madre di tutti i popoli del Mediterraneo.

Il primo cockteil

Nacque in Mesopotamia 5000 anni fa:

Una particolare miscela arcaica di vino, birra, succo di mela e miele. Questa è la composizione di una sorta di grog, come dice Patrick McGregor, una bevanda arcaica che è stata recentemente posta sul mercato negli USA col nome "Il tocco di Midas".

McGovern, professore presso l'Università di Pennsylvania, Philadelphia, ha studiato l'evoluzione della viticoltura in Oriente e in Occidente, trovando alcune terracotte lungo il fiume Tigri che mostravano tracce di acido tartarico (un elemento caratteristico del vitigno di fermentazione), miele, succo di mela e birra d'orzo (una sorta di birra ante litteram).

È degno di nota che probabilmente questo grog era bevuto anche dagli Etruschi, come si può dedurre analizzando alcune ceramiche del Sud della Toscana. Si presume che la domesticazione della vite in Etruria sia stata precedente rispetto alla diffusione del vino greco lungo le coste del sud .

Secondo Osvaldo Failla, ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano, è possibile che la domesticazione della vite selvatica abbia avuto luogo in zone circoscritte, e non solo dopo l'introduzione di vitigni esterni. Questo è stato probabilmente possibile grazie alla cura che gli uomini mantenevano per il loro ambiente, migliorando la variabilità genetica e la coltura delle piante.

Nel contesto del progetto di ricerca Vinum, sono state analizzate le caratteristiche genetiche delle viti selvatiche trovate in diversi siti archeologici in Maremma (Toscana), con alcuni vitigni presenti in luoghi non antropizzati. Questi studi hanno dimostrato che, quando gli uomini erano in contatto con la vite selvatica, la variabilità genetica locale risultava accresciuta. È stato inoltre possibile distinguere geneticamente le popolazioni di viti selvatiche derivanti da zone antropizzate rispetto a quelle di aree non antropizzate.